LE NOSTRE ATTIVITÀ
La Squadra Volontari AntIncendi Boschivi di Sant’Antonino è un’organizzazione di protezione civile specializzata nella lotta agli incendi boschivi, pertanto il compito precipuo dell’associazione è quello di prevenirne lo sviluppo e, laddove si verifichino, intervenire con uomini e mezzi per estinguerli nel più breve tempo possibile.
La prevenzione si concretizza sia con un’accurata opera di informazione e sensibilizzazione della popolazione, per portarla a conoscenza dei rischi e delle cautele da adottare quando vi siano dei fattori predisponenti allo sviluppo di incendi di foresta, sia con interventi di manutenzione ambientale lungo la viabilità forestale ed i sentieri montani, al fine di garantire un rapido accesso al fronte di fiamma e di facilitarne lo spegnimento proprio usando i sentieri come viali tagliafuoco.
Nel corso degli anni oltre alle attività antincendio l’associazione ampliava la gamma d’intervento in altri settori della Protezione Civile, a seguito di eventi calamitosi come: alluvioni, dissesti idrogeologici, tempeste di vento, nevicate eccezionali, ricerca di persone scomparse, nonché collaborazione con le istituzioni mediante servizi di vigilanza ed assistenza in occasione di manifestazioni sportive e/o di altro genere.
Per garantire uno standard elevato del servizio reso alla collettività i volontari devono continuamente esercitarsi e prendere conoscenza delle nuove tecnologie che possono essere impiegate per facilitare il lavoro dei volontari durante le emergenze.
Per questo la Squadra Volontari Aib di Sant’Antonino fa parte della Commissione tematica di Protezione Civile del VSSP, un gruppo di 14 associazioni operanti in specialità diverse della Protezione Civile a livello Provinciale, Regionale e Nazionale, che si confrontano continuamente sulle problematiche operative, logistiche nonché di tutela dei volontari soccorritori e delle vittime, durante le calamità.
Dalle esercitazioni congiunte tra i volontari delle diverse specialità (mezzi speciali hovercraft, gruppi specializzati nell’intervento in scenari alluvionati, sommozzatori, soccorso nautico, unità cinofile da ricerca, Logistica, sanità, antincendio boschivo, manutenzioni forestali, fuoristradisti e soccorso alpino), si apprendevano le differenze tecnico operative delle singole associazioni, in modo da essere in grado di fornire il giusto supporto in caso di lavoro in rete durante un’emergenza.
Altro impegno che nel corso degli anni si è sentita l’esigenza di portare avanti dalla nostra associazione sono state le attività svolte in favore delle scolaresche, al fine di sensibilizzare i giovani alle problematiche connesse alla tutela dell’ambiente ed al ruolo del volontariato quale strumento di partecipazione attiva alla vita della comunità in cui si è inseriti.
I primi progetti coinvolgevano la squadra e le scolaresche a livello locale, fino giungere all’adesione a progetti più ampi quali “I Laboratori della Cittadinanza Partecipata“, in partenariato con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Provincia di Torino ed il centro di Servizi VSSP, in favore del Liceo Norberto Rosa di Susa, che portavano la Squadra a partecipare attivamente a seminari a livello nazionale (Benevento nel marzo 2010), nonché all’esperienza d’interscambio tra il volontariato Aib italiano e quello pompieristico svedese in Svezia nell’aprile 2011, a margine dell’attività bilaterale tra due istituti scolastici che avevano preso parte ai Laboratori di Cittadinanza Partecipata.
L’attività principale della nostra associazione è la lotta agli incendi boschivi, sia mediante operazioni di prevenzione che di estinzione.
A partire dal marzo 1978, data di nascita della nostra Squadra a seguito di una serie di devastanti incendi che con una certa frequenza percorrevano i boschi della valle di Susa, l’organizzazione di volontariato interveniva a seguito di numerosi roghi, anche al di fuori del proprio territorio, seguendo una costante evoluzione che portava ad elevare il livello di efficienza nella prevenzione e lotta agli incendi boschivi, a fianco del Corpo Forestale dello Stato e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
L’adesione nel 1994 all’Associazione Regionale Volontari Aib del Piemonte, che dal 2000 acquisiva la denominazione “Corpo Volontari Aib del Piemonte“, determinava un grande contributo alla crescita dell’operatività antincendio della Squadra che veniva chiamata ad intervenire in occasione di roghi di grosse dimensioni in tutta la provincia di Torino, nel resto della Regione e a partecipare alle campagne antincendio estive in Liguria (2007) ed in Puglia (2008), sotto l’egida del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale.
Essendo lo spegnimento degli incendi boschivi un’attività pericolosa, nel corso degli anni emergeva la necessità di conciliare le esigenze di operatività con quelle della sicurezza degli operatori antincendio; pertanto, ogni volontario della nostra squadra, per poter operare sulla linea del fuoco deve:
a) essere ritenuto fisicamente idoneo, previo superamento di visite mediche;
b) frequentare i corsi antincendio, disposti su 3 livelli ed organizzati dalla Regione Piemonte, finalizzati ad apprendere l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale, nonché le tecniche d’intervento nel corso degli incendi boschivi, sia a terra che con l’ausilio di mezzi aerei.
Gli strumenti in dotazione ai volontari che devono operare sulla linea del fuoco sono essenzialmente di tipo passivo (DPI), ed attrezzature di tipo manuale, meccanico manuale, meccanico a motore.
D.P.I. dispositivi di protezione individuale in grado di proteggere l’operatore dal calore sviluppato dal fuoco, nonché dagli altri possibili fattori di rischio presenti nel bosco. Si usano per questo tute antincendio, caschi, occhiali, maschere antifumo, guanti e scarponi.
Uno dei principali sistemi utilizzato per spegnere il fuoco è l’acqua, si provvede pertanto a trasportala con mezzi fuoristrada, che si possono muovere con agilità sui terreni più impervi, dotati di vasche e sistemi di pompaggio ad alta pressione, nonché di condotte (detti naspi) in grado di portare l’acqua dalla vasca all’incendio.
Dove non si riesce ad arrivare con le condotte installate sul mezzo si utilizzano delle prolunghe che vengono caricate a spalle e portate dai volontari fino al fronte dell’incendio. Queste prolunghe si chiamano naspi spalleggiabili.
Qualora non si riesca ad arrivare con l’acqua sul fuoco si utilizzano attrezzature manuali quali pale, flabello e rastro .
– Pala: attrezzo utile sia per l’estinzione diretta della fiamma sia per la bonifica successiva.
– Flabello: attrezzo utilizzato esclusivamente per l’ estinzione delle fiamme basse (si utilizza prevalentemente su erba e foglie); attraverso il compattamento del combustibile avviene il soffocamento delle fiamme.
– Rastro: attrezzo simile al rastrello dotato di quattro denti triangolari affilati (serve per asportare il fogliame ed incidere profondamente l’humus così da formare una striscia tagliafuoco).
– Pompe spalleggiabili: sono costituite da un serbatoio d’acqua da 12 a 18 litri ed hanno un dispositivo manuale di pompaggio per nebulizzare l’ acqua sulla fiamma.
– Taniche spalleggiabili da 20 litri che vengono utilizzate come riserva d’acqua per alimentare le pompe spalleggiabili.
– Motosoffiatori ed atomizzatori: strumento meccanico a scoppio che provoca un violento soffio d’aria (almeno 120 km/h) utilizzato per rimuovere il fogliame in modo che l’incendio, sopraggiungendo e non trovando il combustibile, si spenga.
– Vasche smontabili, di portata dai 5.000 ai 25.000 litri. Vengono montate abbastanza velocemente su un terreno in piano e servono come bacino d’ acqua per gli elicotteri oppure come fonte provvisoria per le motopompe, alimentate alle volte in casi di incendi di grosse dimensioni dalle autobotti dei vigili del fuoco.
Nel corso degli anni, col mutare delle esigenze della comunità e con l’aumento delle richieste d’intervento in settori della Protezione Civile diversi da quello degli incendi boschivi, la Squadra volontari Aib di Sant’Antonino iniziava ad attrezzarsi per essere in grado di operare in occasione di altre calamità ed emergenze, connesse alle precipitazioni meteo rilevanti. La squadra, pertanto, interveniva a livello locale e regionale in occasione di eventi alluvionali di vasta portata
- Novembre 1994 Alluvione in Piemonte
- Alluvione 2000 bussoleno alluvione 2011 alluvione 2011
- Ottobre 2000 Alluvione in Piemonte
- Settembre 2002 alluvione a None
- Novembre 2002 alluvione in Valle Borbera e Valle Scrivia
- Maggio – giugno 2008 alluvione in bassa Valle di Susa e Val Cenischia.
- Ottobre 2011 alluvione Liguria 5 Terre – Valle d’Ara – Lunigiana.
Oggi il sistema previsionale meteorologico dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte consente di conoscere con discreto preavviso l’approssimarsi di perturbazioni in grado di creare problemi per la popolazione e per il territorio, pertanto, in caso di emissione di bollettini di allerta per fenomeni meteorologici importanti, la Squadra diventa operativa per l’attività di monitoraggio dei corsi d’acqua e delle situazioni a rischio di dissesto idrogeologico presenti sul territorio comunale, in raccordo con il Comitato Comunale di Protezione Civile.
Nel corso degli anni, con l’aumentare degli interventi di protezione civile in settori diversi dall’incendio boschivo, la squadra interveniva a seguito di smottamenti e frane individuate nel territorio di pertinenza. In particolare, immediatamente dopo l’alluvione dell’ottobre 2000, veniva individuato un grosso movimento franoso in località Presa Casel, a circa 1200 metri d’altezza nel bacino del Rio Trona.
Tale smottamento, oltre a comportare un immediato blocco del piano regolatore di buona parte delle borgate Maisonetta e Codrei, a causa del concreto rischio di una frana incanalata nell’alveo del rio col coinvolgimento delle abitazioni poste all’apice del conoide, richiedeva l’esecuzione di una serie di difese spondali a protezione dell’abitato, il rifacimento dei due ponti che attraversano il rio, per consentire il deflusso della colata detritica, nonché un costante monitoraggio in occasione di precipitazioni importanti.
Questo tipo di criticità presente sul territorio, che dal 2000 ad oggi si riproponeva in più circostanze, a seconda del tipo di riattivazione della frana e della quantità di materiale lapideo scivolato a valle nell’alveo del rio, richiedeva l’intervento della squadra con diversi livelli di criticità come previsto dal Piano Comunale di Protezione Civile.
L’attività operativa consiste nel normale monitoraggio saltuario a seguito di forti precipitazioni, fino a giungere alla sorveglianza attiva h 24 con istituzione di un presidio sulla testa di frana e due posti di osservazione lungo l’asta del rio (come avvenuto per ben 15 giorni consecutivi nel giugno 2008 a seguito dell’alluvione in Val Susa), al fine di segnalare l’attivazione della colata e di consentire l’evacuazione della popolazione a rischio.
Dal 2008 ad oggi venivano effettuati ulteriori lavori (in somma urgenza) sulla testa di frana mentre nella zona Mareschi – Codrei è in fase di attuazione un grosso bacino di laminazione in grado di accogliere le acque che dovessero provenire dall’improvvisa piena a seguito del distacco della frana, per poi lasciarle fluire gradualmente nei canali posti nel fondovalle e scongiurare l’allagamento del paese.
Nel corso degli anni, con l’aumentare degli interventi di protezione civile in settori diversi dall’incendio boschivo, la squadra interveniva a seguito di smottamenti e frane individuate nel territorio di pertinenza. In particolare, immediatamente dopo l’alluvione dell’ottobre 2000, veniva individuato un grosso movimento franoso in località Presa Casel, a circa 1200 metri d’altezza nel bacino del Rio Trona.
Tale smottamento, oltre a comportare un immediato blocco del piano regolatore di buona parte delle borgate Maisonetta e Codrei, a causa del concreto rischio di una frana incanalata nell’alveo del rio col coinvolgimento delle abitazioni poste all’apice del conoide, richiedeva l’esecuzione di una serie di difese spondali a protezione dell’abitato, il rifacimento dei due ponti che attraversano il rio, per consentire il deflusso della colata detritica, nonché un costante monitoraggio in occasione di precipitazioni importanti.
Questo tipo di criticità presente sul territorio, che dal 2000 ad oggi si riproponeva in più circostanze, a seconda del tipo di riattivazione della frana e della quantità di materiale lapideo scivolato a valle nell’alveo del rio, richiedeva l’intervento della squadra con diversi livelli di criticità come previsto dal Piano Comunale di Protezione Civile.
L’attività operativa consiste nel normale monitoraggio saltuario a seguito di forti precipitazioni, fino a giungere alla sorveglianza attiva h 24 con istituzione di un presidio sulla testa di frana e due posti di osservazione lungo l’asta del rio (come avvenuto per ben 15 giorni consecutivi nel giugno 2008 a seguito dell’alluvione in Val Susa), al fine di segnalare l’attivazione della colata e di consentire l’evacuazione della popolazione a rischio.
Dal 2008 ad oggi venivano effettuati ulteriori lavori (in somma urgenza) sulla testa di frana mentre nella zona Mareschi – Codrei è in fase di attuazione un grosso bacino di laminazione in grado di accogliere le acque che dovessero provenire dall’improvvisa piena a seguito del distacco della frana, per poi lasciarle fluire gradualmente nei canali posti nel fondovalle e scongiurare l’allagamento del paese.
Nei momenti in cui i volontari non si occupano dello spegnimento operano ugualmente a tutela del bosco mediante manutenzioni ambientali che servono a garantire l’accessibilità delle piste forestali e sentieri, in modo da avere un valido alleato in caso di incendio boschivo.
Per arrestare il fronte del fuoco, infatti, spesso gli operatori aib decidono di concentrare i propri sforzi laddove la normale conformazione del territorio consente di operare con maggior successo. Piste tagliafuoco e sentieri in buono stato rappresentano luoghi ideali dove tentare di fermare il fuoco devastatore.
Per questo i volontari utilizzano attrezzi per manutenzioni forestali come motoseghe, decespugliatori, sramatori e motocarriole per il trasporto attrezzature durante le manutenzioni.
Tra le mulattiere rese nuovamente fruibili, grazie all’opera della nostra squadra, si ricorda il sentiero intestato al beato Piergiorgio FRASSATI, ripristinato nel 2009 e ed intestato al beato nel settembre 2010.
Per conciliare le esigenze di operatività con quelle della sicurezza, ogni volontario della nostra squadra deve superare i corsi antincendio (disposti su 3 livelli) organizzati dalla Regione Piemonte. Inoltre, specialmente negli ultimi anni, i nostri volontari che vogliono occuparsi delle altre attività di Protezione Civile, possono frequentare corsi di specializzazione, collaterali a quelli antincendio quali:
- Corsi per effettuare lavori in altezza (uso delle funi, imbracature di sicurezza ecc.).
- Uso di strumenti forestali, come motoseghe e decespugliatori.
- Corsi in psicologia dell’emergenza(relativi all’aspetto psicologico di dover affrontare le situazioni di pericolo, che coinvolgono sia i soccorritori che le vittime della calamità).
- Guida Sicura per mezzi antincendio e fuoristrada.
- Uso di mezzi speciali.
- Partecipazione a seminari tematici relativi a materie giuridico fiscale, nuova normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D. Lgs. 09/04/’08 n° 81), contabilità e bilancio, informatica di base, internet, fund raising e bilancio di missione.
- Allestimento tendopoli e sistemazione logistica.
- Formazione specifica e di settore presso saloni e rassegne sull’emergenza e sull’attività di protezione civile
Per garantire uno standard elevato del servizio reso alla collettività i volontari devono continuamente esercitarsi e prendere conoscenza delle nuove tecnologie che possono essere impiegate per facilitarne il lavoro durante le emergenze.
Per questo la Squadra Volontari Aib di Sant’Antonino fa parte della Commissione tematica di Protezione Civile del VSSP, un gruppo di 14 associazioni operanti in specialità diverse della Protezione Civile a livello Provinciale, Regionale e Nazionale, che si confrontano continuamente sulle problematiche operative, logistiche nonché di tutela dei volontari soccorritori e delle vittime, durante le calamità.
Dalle esercitazioni congiunte tra i volontari delle diverse specialità (mezzi speciali hovercraft, gruppi specializzati nell’intervento in scenari alluvionati, sommozzatori, soccorso nautico, unità cinofile da ricerca, logistica, sanità, antincendio boschivo, manutenzioni forestali, fuoristradisti e soccorso alpino), si apprendono le differenze tecnico operative delle singole associazioni, in modo da essere in grado di fornire il giusto supporto in caso di lavoro in rete durante un’emergenza.
La nostra associazione oltre ai campi scuola con la Commissione di Protezione Civile (2/3 annui) effettua almeno 3 esercitazioni annue a livello locale, una antincendio boschivo, una di protezione civile simulando interventi su scenari alluvionati, ed una notturna di ricerca persona dispersa in ambiente montano innevato, con la complicazione di dover raggiungere la zona della ricerca con i fuoristrada dopo aver provveduto al montaggio delle catene da neve lungo il percorso.
Se hai un’età compresa tra i 18 e i 75anni, se ami l’ambiente in cui vivi e vuoi dedicare un po’ del tuo tempo per proteggere i boschi dal fuoco, nonché far parte di un struttura di Protezione Civile altamente specializzata, vieni con noi, diventa sentinella del tuo territorio.